Gli erbari (Hortus siccus), come collezione di piante essiccate che vengono conservate fra fogli di carta, si svilupparono nel XVI secolo insieme agli orti botanici (Hortus vivus) e alla espansione dei viaggi di esplorazione. 

Gli erbari sono luoghi della memoria. I campioni in essi conservati si spezzano con facilità, si percepisce il passare del tempo, 
i colori cambiano. Come per i botanici che li raccolsero secoli fa, a mano a mano che si voltano i fogli dei vecchi erbari, emerge un senso di stupore nello scoprire l’immensa varietà ed eccezionalità di questi esemplari. 

Il lavoro sugli erbari è il tentativo di comprendere la diversità delle forme e il ritmo delle configurazioni, di studiare il canto dei colori, di riprodurre ciò che d’inafferrabile e misterioso è nell’originale. 

In questa occasione, il punto di partenza è l’Erbario Crittogamico Italiano, 1858-1867. 20 V. (Biblioteca Nazionale Braidense, Milano). I campioni analizzati sono alghe e licheni.

Tutti i lavori presenti nei tre video sono stati realizzati nel 2021 e nel 2022. A ogni tipologia di campione corrisponde 
una specifica tecnica pittorica. Le opere sono su carte delle dimensioni di 35 x 25 cm e di 100 x 70 cm. 
Carta Shoellershammer 200g/m2. 

Gli erbari

Maite Sbert, Risonanze marine

Herbarios (parte I), Federico Garcia Lorca

Herbarios (parte III), Federico Garcia Lorca 

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